Giardini Naxos, più forti della tempesta
Il racconto di un weekend incredibile agli Internazionali d’Italia Supermarecross

Giardini Naxos – La storia di Giardini Naxos e il Supermarecross è come un grande amore tormentato, di quelli con problemi apparentemente insormontabili e soluzioni tirate fuori dal cilindro all’ultimo momento.
Nel corso degli anni, solo una volta, nel 2015, il Supermarecross a Giardini Naxos si dovette arrendere alla forza del mare, che si era alzato proprio nel giorno della gara e aveva mangiato tutta la pista. Ma in tante altre occasioni la capacità e lo spirito del moto club Taormina New hanno permesso di superare le difficoltà più disparate, dalla burocrazia fino ad arrivare alla siccità record, che nel 2022 costrinse addirittura a portare in pista degli irrigatori per bagnare la sabbia.
Quest’anno un nuovo capitolo si aggiunge al libro. La prima prova degli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross 2025, il 18 e 19 gennaio, sarà ricordata a lungo per le condizioni meteo estreme, ma anche per la capacità degli organizzatori di salvare la situazione con uno sforzo eccezionale di uomini e mezzi.

Il maltempo sulla Sicilia orientale comincia a farsi sentire nella mattinata di giovedì, a due giorni dalla prima delle due gare in programma. Arrivano pioggia e vento, il mare s’ingrossa e cancella la corsia di pista più vicina alla battigia, costringendo il moto club a spostare il tracciato verso l’interno.
Situazione comunque gestibile, la macchina organizzativa continua a funzionare normalmente e anche lo staff di FXAction raggiunge la Sicilia per iniziare il suo lavoro. Ma, col passare delle ore, le previsioni meteo per il venerdì cominciano a farsi più cupe e le istituzioni emanano allerta rossa su tutta la Sicilia orientale, col divieto di accedere alla spiaggia.
Il moto club, a questo punto, deve trovare un luogo per spostare provvisoriamente il paddock e accogliere i 120 piloti in arrivo da tutta Italia, sperando che le previsioni si rivelino più brutte di quello che realmente sarà. Si trova una soluzione nel parcheggio di un centro commerciale a un chilometro dalla pista e, grazie alla disponibilità di alcuni amici del moto club, si allestisce lì vicino anche un locale per effettuare operazioni preliminari e riunioni organizzative.

Venerdì mattina cominciano ad arrivare i piloti e tutti i responsabili della manifestazione, la procedura di gara parte regolarmente. Piove, c’è vento e il mare è salito ulteriormente. La situazione comincia a farsi critica, ma non rimane che andare avanti e sperare che l’emergenza rientri più in fretta del previsto.
Da venerdì pomeriggio, invece, il maltempo diventa veramente devastante, con raffiche di vento violentissime e onde del mare che raggiungono fino a 6 metri d’altezza. Ci sono grossi problemi anche solo per raggiungere la Sicilia. La situazione si calma intorno alle 20, come avevano annunciato le previsioni meteo, e si riaccende la speranza di poter correre, magari anche solo una manche nel pomeriggio.
Sabato mattina all’alba tutti gli addetti ai lavori si precipitano in pista per fare il punto della situazione dopo la mareggiata, ma lo scenario che si presenta davanti ai loro occhi è sconfortante. Il tracciato non esiste più, il paddock è allagato, ci sono alberi caduti, strutture degli stabilimenti danneggiate e ovunque detriti trasportati dal mare, che è ancora grosso e continua a battere fino a oltre metà spiaggia.

Il moto club è davanti a un bivio: rinunciare subito e mandare tutti a casa, oppure fare un estremo tentativo per salvare almeno la gara della domenica. Ci sono meno di 24 ore per ricostruire da zero una manifestazione, ma lo staff del Taormina New non esita e decide di provarci.
Si lavora senza sosta tutto il giorno, con l’aiuto di amici di moto club vicini e di quattro mezzi meccanici che arrivano in spiaggia. A sera il mare non vuole ancora saperne di ritirarsi (stavolta sì, contro ogni previsione), per cui non si può fare altro che ridisegnare la pista su due corridoi stretti e lunghi, il più lontano possibile dalla battigia. Anche il paddock rimane parzialmente allagato ed è necessario ottimizzare gli spazi per accogliere i mezzi dei team che vengono trasferiti dal parcheggio provvisorio.

Domenica mattina la pista è ancora un cantiere aperto, ma è chiaro a tutti che l’impresa di salvare la corsa è diventata possibile. La direzione di gara decide di concedere più tempo per completare i lavori e anche alcuni meccanici e accompagnatori si mettono a disposizione per aiutare gli organizzatori. Gli uomini di FXAction si attivano per allestire, anche solo parzialmente, l’immagine del circuito. L’ultimo picchetto viene piantato proprio nel momento in cui entra in pista il primo turno di prove.
È tutto molto provvisorio, improvvisato, quasi raffazzonato, ma nessuno si permette di muovere la minima obiezione, perché lo sforzo compiuto per assicurare lo svolgimento della gara è stato oggettivamente al limite delle possibilità.

La giornata prosegue frenetica e non c’è tempo nemmeno per una pausa pranzo: i bonus se li sono giocati tutti con il ritardo della mattina per finire di tracciare la pista, il personale di pista deve rimanere tutto il giorno al proprio posto. Intanto il maltempo continua a sferzare la spiaggia, con pioggia e vento. A un certo punto in mezzo alla pista si apre pure un rigagnolo d’acqua (un canale di scolo proveniente dalle colline che sovrastano Giardini Naxos), ma si continua a correre lo stesso. E il pubblico rimane in buon numero a seguire la gara, facendo aumentare ancora di più il rammarico per il potenziale pienone che sarebbe arrivato in condizioni meteo decenti.

Alla fine, intorno alle 17, cala l’ultima bandiera a scacchi della giornata, quella della Supercampione, sulla vittoria di Matteo Del Coco, salutata dagli immancabili fuochi d’artificio sulla battigia. Il programma di gara si è concluso regolarmente.
Solo 24 ore prima, la pista non esisteva e gli uomini del moto club Taormina New stavano ancora cercando di capire come montare il cancello di partenza per evitare il rischio di venire nuovamente travolti dal mare. Alla sera, le facce sono stravolte dalla fatica e dalla tensione accumulata per giorni, ma negli occhi si legge la soddisfazione di essere riusciti a sconfiggere le avversità e aver tenuto in piedi, ancora una volta, il Supermarecross in Sicilia.

